Sembrava non esserci più nessuna speranza di giustizia per le 13 studentesse in Erasmus, 7 delle quali italiane, morte nell'incidente durante un viaggio in autobus a Tarragona (Catalogna) lo scorso 20 marzo 2016.
Ieri, forse, la svolta. Un nuovo giudice istruttore del Tribunale di Amposta ha dichiarato di voler riaprire le indagini procedendo a nuovi interrogatori tra qui quello dell'autista definito come "essenziale" e da svolgere quanto prima.
Il percorso dei familiari per ottenere giustizia fin'ora era stato interrotto da una serie di decisioni duramente contestate. A novembre il giudice istruttore del Tribunale di Amposta aveva archiviato l'inchiesta penale ritenendo che all'autista, rimasto ferito in modo grave, non potessero essere imputate le cause dell'incidente. I genitori si dichiararono "supefatti e sotto choc" per la decisione e dissero di voler procedere con qualsiasi altro mezzo legale possibile. Lo scorso luglio, inoltre, la compagnia assicurativa che doveva risarcire le famiglie delle vittime aveva fatto sapere che gli indennizzi sarebbero stati decurtati perchè le ragazze non portavano la cintura di sicurezza. In quella occasione i familiari delle ragazze italiane si dissero indignati non tanto per il valore economico dell'indennizzo quanto per lo scarso valore attibuito ad una vita umana.