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25 anni dopo: è possibile arrivare ad una verità sulla strage di Falcone?

Al secondo appello sulla strage del famoso Pm, la verità sembra essere ancora un miraggio

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Strage di Capaci: muore Giovanni Falcone. Era l'anno 1992, sono passati ben 25 anni, ma molte sono ancora le bugie e finte verità che ruotano a questo caso non ancora risolto.

Uno dei tanti, forse troppi casi, non ancora arrivati ad una soluzione, quei casi che non ancora incastrano completamente dei colpevoli, quei casi in cui politici, imprenditori e Cosa Nostra, sono legati da un filo indissoluibile.

Ed è proprio per questo che Giovanni Falcone è stato fatto fuori: Cosa Nostra aveva deciso di far sedere al banchetto politici e imprenditori e prendere in mano, in maniera completamente ufficiale, la stanza dei bottoni. Falcone non è stato al gioco e ha pagato. "Era il suo lavoro che dava fastidio alla mafia per cui andava eliminato".

Ma, forse, sta pagando tutt'ora. Siamo arrivati al "Capaci bis":  a luglio dello scorso anno, con 4 ergastoli e un'assoluzione. Carcere a vita per Salvatore Madonia, Giorgio Pizzo, Cosimo Lo Nigro e Lorenzo Tinnirello, accusati di aver ricoperto un ruolo importante sia nella fase organizzativa sia nel reperimento dell'esplosivo utilizzato nella strage in cui morirono i giudici Giovanni Falcone e Francesca Morvillo e gli agenti della scorta. Assolto Vittorio Tutino che resta in carcere. La Pm Lia Salva ha definito inevitabile un Capaci Ter, alla luce del ruolo del boss Matteo Messina Denaro - già condannato all'ergastolo per le stragi del Continente del '93 - e di altri tre indagati chiamati in causa dal collaboratore Cosimo D'Amato, il pescatore di Porticello che ha rivelato come l'esplosivo estratto dalle bombe ripescate in mare sia finito alla cosca di Brancaccio per essere utilizzato a Capaci.

Sergio Lari, Procuratore Generale di Caltanissetta, afferma all'Agi, "Siamo convinti della fondatezza della nostra ricostruzione. Sin da subito abbiamo ottenuto le misure di custodia cautelare del Gip con l'accoglimento delle richieste di rinvio a giudizio. Il quadro accusatorio continua a reggere, confermato da numerose sentenze." Lari aggiunge dche potrebbe esserci una mano esterna a Cosa Nostra, alcuni indizi, che spesso non fanno una prova; "Le indagini - conferma Lari - continuano su altri binari. Ci sono altri tasselli che vanno reperiti per completare il quadro".

"Con il nuovo filone di indagini che abbiamo aperto e che ci ha portati a celebrare il secondo processo per la strage di Capaci - prosege Lari - abbiamo individuato un mandante che era sfuggito nelle precedenti ricostruzioni giudiziarie e mi riferisco a Salvuccio Madonia, ma soprattutto abbiamo ricostruito tutta la fase legata al reperimento, da parte di Cosa nostra, dell'esplosivo. Tritolo utilizzato anche nelle altre stragi del '93 e che avrebbe consentito a Riina, con tutto l'esplosivo di cui disponeva, di fare la guerra allo Stato, come riferì Giovanni Brusca riportando una frase del capomafia corleonese.

La verità è ancora lontano, e intanto sono passati 25 anni dalla morte di un eroe. 

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