Ha spaccato la vetrina di un'armeria, ha prelevato tre machete e quindi ha incominciato a circolare per le vie del centro storico, pronunciando frasi senza senso e minacciando i passanti. Attimi di paura e sgomento nella serata di ieri a Jesi, in provincia di Ancona, quando O.P, pluripregiudicato africano di 26 anni, intorno alle 19,30 ha raggiunto un'armeria presente in una galleria commerciale del centro storico e ha infranto una delle vetrine, appropriandosi di ben tre machete, la temibile arma da taglio lunga fino a 60 centimetri. Perso un machete quasi immediatamente il criminale, pare sotto effetto di stupecenti, ha brandito gli altri due contro i passanti, minacciandoli e pronunciando frasi sconnesse. Carabinieri, Polizia Municipale e molti agenti in borghese si sono messi in breve tempo sulle tracce di un giovane di colore, vestito con cannottiera e pantaloncini, quindi lentamente hanno provato a circondarlo ma con scarsi risultati. Colpi in aria a scopo intimidatorio sono stati esplosi, tra cui uno che, forse per un rimbalzo, ha ferito di scriscio ad un piede il delinquente, che si è rifugiato nella vicina chiesa di San Pietro Apostolo. Qui il capitano Epifani dei Carabinieri si è avvicinato sulle scale, tirandosi dietro la madre dell'assalitore per convincerlo a ragionare e arrendersi. Il ragazzo di colore ha tentato di colpire la madre, quindi ha colpito Epifani di striscio ad una gamba che è riuscito a reagire e insieme agli altri agenti a immobilzzare, dopo un duro lavoro, l'africano. Per oltre un'ora il pensiero di molta gente è andato a Milano e Kabobo, il folle di colore che ferì e uccise a colpi di piccone alcune persone nel maggio dell'anno scorso.