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Esplosioni al porto di Ancona. Diario della giornata

L'esito degli esami preliminari sembra escludere problemi legati all'inquinamento

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Ancona - Sono state cinque le esplosioni susseguitesi nel capoluogo marchigiano subito dopo la mezzanotte del 16 settembre, boati avvertiti chiaramente dalla popolazione circostante nel giro di alcuni chilometri. A bruciare sono stati diversi capannoni in un'area di quarantamila metri quadri nella zona portuale ex Tubimar. Si esclude attualmente un'origine dolosa sebbene si debbano ancora effettuare numerosi rilevamenti nell'area colpita. La zona interessata dal rogo è gestita da sei concessionari differenti, e questo ha reso difficoltoso l'intervento dei vigili del fuoco, che hanno riscontrato diversi problemi ad accedere negli spazi interni una volta giunti sul posto. Nonostante l'intervento tempestivo dei pompieri già dalle prime ore del giorno, nel pomeriggio erano ancora distinguibili rumori di crolli provenienti dalle macerie incandescenti dei capannoni, spesso accompagnati da fiamme vive che si diramavano dalle carcasse inerti. Il materiale contenuto nei prefabbricati riguardava carpenteria metallica, bobine di carta, materiale sanitario -guanti in lattice, siringhe- e plastico, responsabile, tra l'altro, della densa nube scura che si è alzata in poco tempo sulla città. Nonostante l'odore acre di plastica bruciata fosse distinguibile solo in prossimità del porto, già dalle prime ore del mattino il Comune aveva espressamente chiesto ai cittadini anconetani di tenere le finestre ben chiuse e di limitare gli spostamenti all'interno della città, almeno fino ai risultati delle analisi preliminari. In seguito è stata emanata l'ordinanza di chiusura delle scuole di ogni ordine e grado, le università, i parchi e gli spazi sportivi all'aperto. Alle 7.30 il sindaco di Ancona, Valeria Mancinelli, dichiarava che dai primi esami non sembravano emergere problemi di inquinamento, anche se non si avrà un quadro chiaro della situazione prima di giovedì. Apparentemente sembra scongiurata una seconda “Beirut”, come pensato da alcuni testimoni, ma l'ordinanza del Comune in seguito alla riunione del Comitato operativo comunale (Coc) avvenuta nel pomeriggio, prevede comunque una pulizia straordinaria delle strade e la raccomandazione ai cittadini di non consumare vegetali a foglia larga coltivati nel territorio comunale di Ancona, di lavare le superfici esterne delle proprie abitazioni e di non praticare attività sportiva all'aperto.

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