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Clinton, da Iowa tassa-Robin Hood

Entra nel vivo il confronto ante-primarie

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Obiettivo: rimontare Bernie Sanders.

Rimontarlo a sinistra. Per Hillary Clinton diventa di primaria importanza, in queste ultime settimane prima dell’inizio delle primarie, recuperare terreno in Iowa e New Hampshire, i due Stati dove si aprirà la grande corsa ad eliminazione diretta e dove Sanders è in vantaggio nei sondaggi, Come? In questi casi, il politico di razza, come insegna il buon Frank Underwood di House of Cards, non può esimersi dalla tentazione di fare promesse che, con tutta probabilità, non potrà mantenere.

Ma bisogna correre il rischio, perché vale la pena farlo. Hillary, com’è nella sua natura, non ha avuto problemi a farlo e laggiù in Iowa, per scaldare i cuori dei clintoniani indecisi e magari raffreddare quello dei sandersiani entusiasti, ha tirato fuori dal cilindro l’inaspettato: tassare i ricchi qualora questi colpevoli della diseguaglianza sociale  dichiarino un guadagno superiore ai 5 milioni l’anno

Dunque, una tassa “punitiva” contro i più ricchi tra i ricchi: cosa non si farebbe per conquistare la middle class, da sempre ago della bilancia di tutte le competizioni elettorali. Nello specifico, la misura andrebbe ad applicare una sovrattassa del 4% sui redditi superiori a quello indicato. Si tratta, com’è evidente, di una rielaborazione della proposta dell’economista Warren Buffet, che qualche tempo addietro, non senza l’approvazione di Obama, aveva lanciato la “provocazione” di tassare del 30% i titolari di redditi superiori ai due milioni: come si vede, la candidata democratica gioca al ribasso dal punto di vista della quota di prelievo, ma al rialzo per ciò che riguarda il target di coloro dai quali prelevare.

È nel gotha degli imperatori assoluti del guadagno che si annida, del resto, la percentuale più alta di evasori fiscali: nel 2013 i Paperoni della Federazione, grazie a sotterfugi e stratagemmi, avevano pagato solo il 23% delle tasse da loro dovute, e tutto questo a dispetto di una soglia di tassazione che è già prevista per legge al 39% (ed è quindi anche più alta di quella proposta da Buffet). In realtà la Clinton mira proprio a questo: a normalizzare entro una quota non necessariamente vessatoria la soglia fiscale per tutti i super-ricchi, purché questo garantisca che da tale soglia non si svicoli. E questo anche grazie a  controlli e a una regolamentazione più mirati: e prima di tutto, naturalmente, con l’appoggio della popolazione dell’Iowa

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