Le primarie Usa 2016 sono liete di presentare “Il sorpasso”.
Con Ted Cruz e Donald Trump al posto di Gassman e Trintignant. Sorpasso doppio, in realtà. Perché dopo le urne del Wisconsin, il senatore texano ha superato il bilionario newyorkese anche nei sondaggi dell’elettorato repubblicano.
Stando, infatti, a una rilevazione curata dall’agenzia Reuters, per la prima volta dall’inizio del 2016 il candidato alla presidenza nato in Canada, a Calgary, surclassa nei consensi il suo rivale diventato un Paperone partendo da uno dei quartieri più poveri di New York, i Queens. Ad oggi, il 39% degli elettori di fede conservatrice voterebbe per Cruz, qualcosa in meno invece, e cioè il 37%,darebbe la sua preferenza all’Amatodiato.
E anche se il senatore dice ai suoi sostenitori che “Ė il momento della svolta”, non è comunque una forbice irrimediabile per lo sfidante, che la scorsa estate non era certo partito col favore dei pronostici (e delle simpatie). Alla partenza dei caucus e delle primarie, il primo della lista era infatti Jeb Bush, quasi un predestinato per blasone familiare, che poi però si è sgonfiato strada facendo e, alla fine, ha dovuto abbandonare la corsa anzitempo. In seguito quando le aspettative e i commenti di agosto e dell'autunno hanno fatto spazio alle file davanti ai seggi e alle reali capacità persuasive dei candidati, è stato proprio allora che Trump ha scalato la vetta dei consensha lasciato: e, da buon imprenditore, nonha lasciato che rimanessero materiali per pura speculazione statistica, ma li ha trasformati in voti sonanti (e contanti).
Ma all’acme della sua potenza (anche oratoria), mr. Apprentice si è lasciato prendere un po’ troppo la mano dalla sua naturale vis polemica e provocatoria. Certe esagerazioni potrebbero aver influito in una parte dell’opinione pubblica americana di destra, magari ancora indecisa sul nome da votare. E potrebbero aver influito, in modo tale da orientare questo elettorato verso una figura più sobria nel contegno. ma non meno dura quanto a visione e orizzonte politico, anzi probabilmente di più. Tutto questo, naturalmente, fermo restando che si tratta solo dell’espressione di intenzioni di voto, e non di voti veri e propri.
(Trump, comunque, all’indomani della sconfitta, ha potuto consolarsi col “bagno di folla” che ha accolto il suo comizio a Long Island, nello stato di New York, proprio alla vigilia del voto in Colorado.)
Terzo a tutti i livelli è destinato a restare il governatore dell’Ohio, John Kasich: anche nel sondaggio Reuters , infatti, insegue, e senza troppe possibilità di aggancio, Cruz e Trump, con un 23% onorevolmente “di nicchia”.