La Plata. Capoluogo della provincia di Buenos Aires, a circa sessanta chilometri a sud-est dalla capitale argentina.
Settecentonovantamila abitanti: una metropoli, curiosamente gemellata, oltre che con Bologna dal 1988 per motivi universitari (la Docta urbs ha il suo corrispettivo in suolo albiceleste proprio nella città che è sede di uno dei più importanti atenei dell’Argentina), con altre due città italiane assai distanti da quella felsinea per importanza culturale e grandezza demografica: parliamo di Latina, il secondo più giovane capoluogo d’Italia e seconda città del Lazio per numero di abitanti, e di Bivongi, milletrecentosettantotto anime in provincia di Reggio Calabria. Con Latina il gemellaggio è attivo dal 2013, con il piccolo comune calabrese dall’anno precedente.
Segni tangibili, al di là di tutto, di un legame molto approfondito e diversificato con la cultura e l’umanità italiane (senza dimenticare che la comunità degli italiani è storicamente sempre molto popolosa laggiù in Argentina). Non è un caso, dunque, che proprio a La Plata sia sorto un nuovo Centro di studi italiani, che avrà l’ obiettivo, come si trova espresso nella dichiarazione fondativa, di “approfondire, mediante congressi, seminari e sessioni di dibattito, l’analisi delle realtà e delle dinamiche politiche, economiche, sociali e culturali dell’Italia, con un particolare riferimento alle relazioni Italia-Argentina e Italia-America Latina”.
Il progetto del nuovo istituto sottintende evidentemente l’attuazione di un “gemellaggio” forte con una serie di enti ed istituzioni italiane.