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Grecia, al via terzo salvataggio

Via libera del Parlamento

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Accordo con i creditori internazionali: ok del Parlamento greco, con 222 sì, 64 no e 11 astenuti.

Si tratta più precisamente del via libera al disegno di legge sul terzo memorandum per il salvataggio finanziario della Culla della Democrazia, concordato lo scorso martedì dal governo di Atene con la Credi-Troika (Banca Centrale Europea, Fondo Monetario Internazionale e Ue, in primis Germania, Francia e Italia). Il voto di stamani sblocca la bellezza di 85 miliardi di euro di aiuti, altro “mattoncino” di ossigeno.

Sarà un Ferragosto bello come una Pasqua, all’ombra del Partenone? Commissione Ue ed Eurobanca, in una nota diramata subito dopo la conclusione della seduta parlamentare ellenica, se ne dicono convinti: “I negoziati del Memorandum ad Atene hanno avuto l'obiettivo di trovare un accordo su un pacchetto di riforme completo e credibile. La condizionalità (cioè la regola in base al quale un prestito dell’Fmi è vincolato ad una certificazione rigorosa del suo utilizzo per quegli scopi per cui era stato concesso, ndr) sarà applicata su base trimestrale, dando così al governo un margine maggiore di respiro per raggiungere gli obiettivi attesi. L'accordo è in linea con la dichiarazione dell'Eurosummit del 13 luglio, ma deve ancora essere approvato al livello politico, e quindi ratificato degli Stati, oltre che avallato dall'Esm (il Fondo Salva-Stati europeo, a cui contribuiscono in varia misura gli Stati Ue, ndr)".

Bene l’accordo nei suoi punti essenziali anche per il ministro delle Finanze francese,  Michel Sapin, che però, in un’intervista a France Inter, non ha mancato di puntualizzare che sarebbe ugualmente utile a beneficio della Grecia una “ristrutturazione complessiva del debito”. Soltanto ai primi di luglio, cioè all’inizio  dell’apertura del nuovo tavolo di trattative con l’Eurogruppo, il fardello di Atene nei confronti dei creditori ammontava ancora a  320 miliardi di euro (pari al 180% del suo Pil). La speranza di Tsipras è che Atene debba sottostare per l’ultima volta al capestro del do ut des, e quindi avviare una fase di stabilità (perlomeno un triennio) a partire dal quale condizioni economiche finalmente volte al sereno possano consentire di ammortizzare e azzerare, gradatamente ma definitivamente, la minaccia ricorrente del default. Intanto, occhi puntati sul 20 agosto, quando sarà di scena un nuovo voto di fiducia sull'esecutivo: di sicuro un'altra giornata calda, l'ennesima.   

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