Le lobby non lo spaventano.
Perché lui può finanziarsi da solo, e, “a differenza degli altri candidati”, non ha bisogno dell’appoggio in denaro di nessun gruppo di potere (in passato, anzi, sono stati altri candidati a beneficiare del suo appoggio). Lui, naturalmente, è Donald Trump, il più vulcanico candidato alle primarie presidenziali del Partito Repubblicano Usa, quello dell’Elefante.
Lui, infatti, è Mister Miliardo, l’uomo che, per conquistare la fiducia degli americani ed entrare nella Stanza Ovale, sarebbe disposto, appunto, a sacrificare in spese elettorali un miliardo di dollari del suo patrimonio. “Se è necessario ed è per il bene della causa”, ha sottolineato in una dichiarazione riportata domenica scorsa. Non certo un problema, per un Paperone che guadagna quattrocento milioni di dollari all’anno.
Meno dirompente, forse, anche perché sostanzialmente in linea con un sensazionalismo programmatico condiviso da altri suoi competitors interni, è l’altra sua dichiarazione di giornata: quella, cioè, in cui ha espresso la propria volontà di cancellare immediatamente ogni atto e provvedimento dell’era obamiana relativo all’immigrazione, non appena sarà arrivato alla Casa Bianca. “La mia parola d’ordine sarà: fuori tutti i clandestini!”
Ad oggi gli immigrati su suolo Usa sono undici milioni, ma il numero dei potenzlali elettori di destra che potrebbero essere conquistati da un programma così deciso potrebbe essere ancora maggiore.