Catalogna, al via processo per costituzione indipendente
No da Rajoy

Mentre a Barcellona si decideva, a Madrid ci si preparava a demolire quanto lì deciso. Oppure: ciò che la Catalogna fa, la comunità madrilena si diverte (non soltanto, in verità, ma anche) a disfare.
Non sembri la rielaborazione di un famoso incipit liviano in salsa ispanica: in realtà è precisamente ciò che è successo all’inizio della settimana, allorché il parlamento di Barcellona aveva approvato una mozione che, nelle intenzioni, dovrebbe essere il punto d’inizio del processo verso la realizzazione di una costituzione indipendente repubblicana della Catalogna. Approvazione tutt’altro che plebiscitaria (72 sì, provenienti dalla maggioranza indipendentista, 63 no, quelli degli altri partiti), ma comunque storica (almeno nelle intenzioni, lo ribadiamo).
Ed ecco che lo scenario si sposta a Madrid, dove il premier Rajoy reagisce al voto catalano dichiarandolo incostituzionale, e convocando d’urgenza una riunione straordinaria del suo Gabinetto, atto preliminare alla formalizzazione di un ricorso da indirizzare alla Corte costituzionale.
E in realtà non è la prima volta, negli ultimi tempi, che il primo ministro spagnolo è costretto a dire no all’esuberanza indipendentista della Catalogna. A luglio era già stato costretto a diffidare gli elettori della regione autonoma dall’annettere un carattere referendario alle consultazioni amministrative che si sarebbero svolte il 27 settembre. Tre giorni dopo, il 30, aveva offerto la propria disponibilità e quella del suo governo ad aprire un dialogo per ampliare i margini di autonomia della regione ma sempre nell’ambito della sovranità della Corona. E, a quanto pare, non c’è stato due senza tre…