Sì della Camera dei Comuni all’allargamento alla Siria dei raid britannici anti-Isis, così come aveva chiesto il governo di David Cameron.
Dopo una seduta e un dibattito durati molte ore, e uno scontro molto acceso tra il premier e il neo-leader dell’opposizione laburista, Jeremy Corbin, quando era passato qualche minuto dalla mezzanotte di giovedì le agenzie hanno battuto la notizia che la camera bassa del Parlamento inglese aveva dato il via libera all’apertura del nuovo fronte di guerra, con 397 voti a favore e 223 contrari. Sono stati almeno 50 su 232 i laburisti che hanno votato sì, 12, invece, i Tory (conservatori) che hanno votato contro il loro partito.
Dalla decisione all’azione sono quindi passate poche ore: nella stessa giornata di giovedì la Gran Bretagna ha infatti messo a segno i primi sei raid anti-Isis, più precisamente nella parte orientale del Paese. Presi di mira, come specificato dal ministro della Difesa britannico, Michael Fallon, giacimenti e pozzi petroliferi controllati dal Califfato. Le azioni aeree sono state portate a compimento da 4 tornado della Raf (Royal Air Force) decollati dalla base di Akrotiri nell’isola di Cipro.
“Ho autorizzato ieri (ieri l’altro, ndr) un programma di raid sui campi petroliferi e pozzi di Omar, raid condotti con successo dai nostri Tornado”, ha detto Fallon alla Nbc. I pozzi di Omar sono naturalmente quelli della zona di al-Omar, la più ricca di giacimenti insieme a quella di al-Jabsah.