La nuova Agenzia delle Entrate-Riscossione (che dal 1. Luglio prenderà il posto di Equitalia) avrà la facoltà di accedere a diverse banche dati, procedendo al pignoramento dei conti correnti in modo diretto senza dover richiedere l’apposita autorizzazione al giudice.
Il nuovo ente Agenzia delle Entrate-Riscossione, succederà in tutto e per tutto ad Equitalia a partire dal 1° luglio 2017, e sarà dotato di tutti i poteri fissati da D.P.R. 602/73 e di quelli previsti dall’articolo 3 del DL 193/2016, che di fatto potenzia i poteri delle Entrate in materia di acquisizione delle informazioni dall’INPS e di conseguenza il potere di pignorare indennità, stipendi e pensioni, e dall’Anagrafe tributaria conti correnti, depositi, investimenti in titolo di stato, ecc.
Attualmente il pignoramento rientra nella procedura ordinaria del pignoramento presso terzi.
In pratica, se oggi un’impresa o un comune cittadino, intende recuperare un credito, per procedere al pignoramento e vedere così soddisfatta la richiesta deve seguire un iter che lo porti dinanzi ad un giudice, per il Fisco è differente: quando siamo di fronte ad una cartella esattoriale la procedura cambia, in quanto non occorre l’autorizzazione del giudice in quanto la cartella di pagamento è in sé già un atto esecutivo al pari dell’atto di precetto e pertanto si può procedere al pignoramento, se passati 60 giorni dalla notifica, la cartella esattoriale non è stata pagata.
Il contribuente che riceve la notifica del pignoramento del conto corrente, per impedirlo e difendersi, deve presentare entro 60 giorni dalla notifica della cartella di pagamento una richiesta di rateizzazione.
Questa regola potrebbe andare bene per i furbetti, ma la maggior parte dei contribuenti italiani non è in condizione di saldare il debito se esistente. Per recuperare i crediti bisognerebbe dare la possibilità di pagarli con una rateizzazione equa in base alle reali capacità di rimborso. Non è possibile che un pensionato al minimo si veda privato del suo sostentamento oppure un precario con qualche lavoro saltuario si veda privato del necessario per la sua famiglia o ancora peggio un'impresa non possa pagare gli stipendi perchè il conto corrente è bloccato. Confedercontribuenti l'organizzazione guidata da Carmelo Finocchiaro non demorde e continuerà a difendere le imprese e i contribuenti italiani.
“Il governo modifichi questa norma, una vera polpetta avvelenata lasciata dal precedente governo e pensi ad un sistema di riscossione non usuraio e vessatorio. Le promesse dell’ex primo ministro sono state utili solo alla nuova Equitalia mentre i contribuenti italiani e soprattutto le imprese continueranno a morire di tasse” – dichiara Carmelo Finocchiaro presidente nazionale di Confedercontribuenti.