La notizia secondo la quale Serena Bortone, per anni al timone della trasmissione mattutina di approfondimento politico di Rai3 Agorà, emigrerà su Rai1 il pomeriggio per sostituire Caterina Balivo e il suo Vieni da me, ha suscitato una certa perplessità.
Vieni da me era un programma frivolo, leggero, di scarsi ascolti ma tant'è, con ospiti divi e divetti di casa nostra, make-up artist, "parrucchieri fashion" e così via, mentre la Bortone è abituata a trattare con leader di partiti politici, figure istituzionali, direttori di testate autorevoli, giornalisti di spicco invitati a parlare di crisi di Governo, Unione Europea, Mes, Eurogruppo, Recovery Fund, premierato alla tedesca, presidenzialismo alla francese e così via. Inoltre, lo spazio post-prandiale dell'Ammiraglia Rai è da anni dedicato a trasmissioni lievi e spensierate, come per esempio Io e Te condotto da Pierluigi Diaco nella stagione estiva, dove si discetta di dive del passato, di cagnolini e gattini, mentre il conduttore accompagna con la sua chitarrina da Papa Boy stagionato i perlopiù stonati stornelli dell'ospite di turno chiamato per far piacere a questo o a quell'agente di grido.
Insomma, cosa ci farebbe la Bortone in uno slot del genere? Stefano Coletta, direttore di Rai1 e grande amico della conduttrice per sua stessa ammissione, si è forse bevuto il cervello? Non esattamente, anzi.
Per capire la reale strategia dietro questa ipotesi, basti guardare la controprogrammazione su Rai2 che, fin dal prossimo autunno, vedrà il ritorno di Milo Infante con un programma di approfondimento che andrebbe a scontrarsi direttamente con quello della Bortone. Una sleale e fratricida concorrenza fra le due reti che non farebbe altro che danneggiare la stessa azienda. Ma allora perché pensare anche solo a ventilarla? Semplice. Milo Infante è in quota Lega, e - per quanto egli possa essere equilibrato - il suo programma finirebbe comunque per essere orientato politicamente verso il Centrodestra, vista anche la guida della rete affidata a Ludovico Di Meo. Cosa fare allora per segare le gambe a Infante e al suo schieramento di riferimento in quel prezioso slot in cui un tempo il conduttore spopolava, devono aver pensato le forze politiche che governano Rai1, in primis il M5s? Semplice: piazzare nella stessa fascia oraria una Bortone che proviene da una Rai3 storicamente di Centrosinistra (e ora divenuta pentastellata) per arginare il "pericolo destrorso" su Rai2 rosicchiando preziosi punti di share a Infante, come avviene il martedì sera con tre programmi di approfondimento politico in diretta concorrenza, o il venerdì sempre in prime time. Almeno in quei casi, però, senza concorrenza interna alla Rai.
Lungi dall'essere un'ipotesi dissennata, dunque, l'idea di Serena Bortone alla guida del primo pomeriggio di Rai1 è, ancora una volta, una scelta del tutto politica, benché dannosa per l'azienda stessa. Un'ipotesi che potrebbe essere stroncata (o avallata definitivamente) in seguito alla convocazione dell'Ad Rai Fabrizio Salini in Commissione di Vigilanza Rai proprio per discutere dei palinsesti prossimi futuri dominati ancora da conflitti d'interesse di agenti, conduttori e autori Tv. Comunque vada, tuttavia, il tutto deve insegnarci definitivamente una cosa: qualunque cosa accada in Rai ha sempre una matrice politica, e con l'avvento del M5s che, duro e puro, prometteva che la politica sarebbe rimasta fuori da Viale Mazzini, il tutto si è esacerbato all'ennesima potenza.