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Si del Senato alla legge anticorruzione

Il falso in bilancio torna ad essere reato ma niente intercettazioni

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Si del Senato al disegno di legge anticorruzione. Il falso in bilancio, ritorna ad essere reato con un aumento delle pene per le aziende non quotate, per le quali non sono permesse intercettazioni, che per quelle quotate.

Per  falsa comunicazione le società quotate in borsa condanne fino a 8 anni il che significa che sono rese possibili eventuali intercettazioni non consentite, invece, per le società normali ossia non quotate, pene  fino a 5 anni.

La pena per i mafiosi  arriva a 26 anni  e anche sulla corruzione si passa da 8 a 10 anni. Previsto, poi, il patteggiamento dopo la restituzione del maltolto e l'obbligo del pm di informare l'authority. Tuttavia si hanno anche  pene scontate per i "collaboratori" e condanne ridotte per fatti di lieve entità.

Alla fine il ddl è stato approvato con soli tre voti  in più rispetto ai no con   165 voti favorevoli,  74 i no, gli astenuti 13. Favorevoli i partiti della maggioranza, contrari, con motivazioni opposte, M5S e Forza Italia, astenuta la Lega. Critiche da Forza Italia che ha definito "norma propaganda e incostituzionale". Sì da Alleanza, No dal Movimento 5 stelle  che aveva chiesto il Daspo per politici corrotti e l'introduzione dell'agente provocatore anche per i reati contro la pubblica amministrazione.

I senatori  M5s Maurizio Buccarella e Enrico Cappelletti hanno commentato "Ci siamo astenuti sull'articolo 8 che riguarda la non possibilità di effettuare intercettazioni per le indagini su società non quotate in borsa, tra le quali cooperative "rosse" e "bianche" e fondazioni politiche che fanno girare milioni di euro e abbiamo votato "no" all'articolo 9 relativo alla "tenuità del fatto", perché l'introduzione di questa fattispecie abbinata all'entrata in vigore domani del decreto legge sulla depenalizzazione dei reati, può annullare l'introduzione del reato di falso in bilancio . Chi prende in giro i cittadini onesti è il Partito Democratico". "

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