Nella domenica dedicata agli innamorati l’infinita XXV giornata di campionato è finalmente andata in archivio, un giorno dopo la fine del grande spettacolo sanremese.
Proprio nelle ore in cui, lo scorso sabato, il festival della canzone italiana raggiungeva il top e, conseguentemente, si concludeva, la sesta di ritorno raggiungeva anch’essa il suo momento culminante (Juventus-Napoli), ma era assolutamente ben lungi dal concludersi. Nomen omen, in fondo, quello dei vincitori della manifestazione canora: Stadio, quasi a suggerire il luogo fisico in cui sarebbe stato ancora possibile reperire dello spettacolo nel resto del weekend, e completarlo degnamente su quel fronte.
La domenica di San Valentino, nella dimensione calcistica, era in effetti pronta a riservare altre emozioni. Pomeriggio da corsari. Dopo oltre due mesi torna alla vittoria in trasferta il Torino, in quel di Palermo, e vince a Udine l’ormai non più sorprendente Bologna di Donadoni. Finisce 0-0, invece, la delicata partita del “Ferraris” tra la Sampdoria e l’Atalanta. Delicata per i blucerchiati, naturalmente, a cui l’essere andati in bianco fa più male che bene. Col fiato del Frosinone sui capelli, gli uomini di Montella devono semplicemente “ringraziare” le altre colleghe della zona calda, per essere tutt’altro che intenzionate a decollare.
Parliamo dell’Udinese, che al “Dacia Stadium” esce battuta dal confronto con i felsinei, a cui basta un gol di Destro al 79’ per conquistare l’intera posta. E parliamo del Palermo in caduta libera, e oltretutto giunto al suo quarto cambio di tecnico in questa stagione. Nel corso della settimana, infatti, l’allenatore della Primavera rosanero, Giovanni Bosi, era subentrato al duo Schelotto-Viviani, ma il suo debutto è stato tutt’altro che fortunato: i granata diventano così l’ennesima squadra a fare del “Barbera”, nel corso di questa stagione, terra di conquista. Artefice del trionfo torinista è stato Ciro Immobile, bi-marcatore, al 19’ su rigore e al 69’; in mezzo ai due gol del bomber di Torre Annunziata il Palermo ci ha messo il suo zampino autolesionista, con un’autorete di Gonzalez giunta al 31’, cioè appena due minuti dopo che Gilardino era riuscito a mettere una toppa al primo gol avversario.
Queste le conseguenze in classifica dei due exploit esterni: il Torino balza a 31 punti e definisce in pratica lo spartiacque tra la zona-purgatorio della classifica e la zona-salvezza; il Bologna-prodigio, intanto, meritatamente si allinea sulla scia delle altre squadre-rivelazione del torneo. Sassuolo 35, Empoli 34 e Bologna, appunto, 33: costellazione dei miracoli.
Il Milan di Mihajlovic poteva godersi alla radio, e con animo disteso, queste imprese degli emuli di Henry Morgan, avendo già fatto il suo nel match del mezzodì a San Siro: e cioè incamerare altri tre punti a spese del Genoa, altro candidato alla disperazione. Fino agli ultimi minuti sembrava secca la vittoria dei rossoneri, che aveva preso corpo grazie ai gol-lampo di Bacca al 5’ e alla prima marcatura stagionale del giapponese Honda, al 64’; poi, ci si metteva la rete della bandiera dei genoani, messa a segno nell’extratime, a far riapparire qualche vecchio fantasma. Ma niente più di questo (del resto non ci sarebbe stato neanche il tempo per concretare un pericolo maggiore): il tempo di superare qualche brivido ed ecco che il Diavolo consolida il quinto posto a 43 punti (con ben sette lunghezze di vantaggio sulla Lazio sesta): davvero un gran bel regalo di San Valentino, per i tifosi milanisti. Quanto al Genoa, invece, poche luci (anche se buone): un faro rispondente al nome del portiere Perin, che con le sue prodezze continua a tenere a galla i grifoni suoi compagni, e una fiaccola della speranza, l’ex milanista Cerci, che al 92’ concretizza l’unica azione da gol sviluppata dagli uomini di Gasperini nell’arco di tutta la partita.
Infine, in prime time, l’evento più significativo della tranche domenicale: la Fiorentina si riprende il terzo posto in solitudine, a 49 punti, scalzando l’arrembante Roma di Spalletti. Per farlo, al “Franchi” i viola sono dovuti passare sul corpo dell’Inter, che resta così inchiodata al quinto posto, a 45 punti, e teme ora l’avanzata dei cugini milanisti. Eppure la partita era iniziata nel migliore dei modi per la manciniana, che era pervenuta al vantaggio al 26’ con Brozovic. E i padroni di casa, per riequilibrare le sorti della gara, hanno dovuto attendere un bel po’: l’1-1 ad opera di Borja Valero, infatti, non arrivava prima del 60’. Dopo il pareggio dello spagnolo la Fiorentina è uscita dal guscio, mentre l’Inter veniva avviluppata per l’ennesima volta in un preoccupante cono d’ombra. All’82’ nerazzurri con un uomo in meno per l’espulsione del difensore brasiliano Telles. Nove minuti dopo, ormai in zona recupero, la stoccata vincente di Babacar: e per gli uomini di Sousa, che sessanta secondi più tardi resteranno a loro volta in dieci per il rosso ai danni di Zárate, è la terza vittoria consecutiva in casa, di certo la più importante.