Nelle prime due eliminatorie del Gran Premio della Malesia, certo non si poteva fare affidamento sulle posizioni.
Infatti, le carte in tavola sono state più volte mischiate e mal distribuite: team pervasi dall’ansia per la pioggia imminente, compulsione nella guida, giochetti a chi prima arriva al semaforo per non perdere un frammento di secondo, per non trovare neppure una goccia sull’asfalto che si bagna e si asciuga in tempi che, per quanto sono veloci, non sono veloci quanto la Formula1 che vola e che non ne ha per nessuno.
Ma in terza eliminatoria le posizioni hanno confermato la gerarchia piloti già emersa nel Gran Premio d’Australia, con leader Lewis Hamilton, che si prende anche la Pole Position del Gran Premio della Malesia, con un tempo fucsia da 1.49:834.
Segue, dopo trentotto appuntamenti in cui mancava la prima fila) Sebastian Vettel, su una Ferrari rinata, competitiva ed aggressiva. Con 0,074 millesimi di svantaggio rispetto al pilota britannico, Vettel festeggia come si trattasse di una pole e si lascia nei tubi di scarico la Mercedes argentea di Nico Rosberg, che chiude terzo.
Ricciardo e Kvyat, su RedBull, si piazzano in quarta e quinta posizione, dopo ottimi spunti del Venerdì.
Sesto cronometro per il novellino Verstappen (spirito alto e grinta alle stelle) e settimo tempo per Massa (separato dal compagno di squadra Bottas da un Grosjean più temperato del solito).
Peccato per Kimi Raikkonen, il quale, dopo prove libere piene di promesse, in seconda eliminatoria, ha perso tempo dietro ad una Sauber (cercando il sorpasso) e, causa pioggia, non ha potuto tentare un altro giro e ha dovuto tenere e digerire l’undicesimo piazzamento.
Qualifiche veloci, animate da una pioggia torrenziale e fitta, che è caduta sul circuito e sui box e sulle continue conferme del potenziale Mercedes e sulle certezze che si stanno consolidando in casa Ferrari e infine sull’auspico di una gara piena d’emozioni.
Come ogni anno la Malesia regala.